Che cos’è l’alopecia androgenetica?
L’alopecia androgenetica è la maggiore responsabile della caduta di capelli negli uomini. Nel corso della vita interessa circa il 50% della popolazione maschile e il 20% della popolazione femminile, in particolar modo dopo la menopausa. Negli uomini spesso compare in età giovanile, tra i 20 e i 25 anni, provocando notevole imbarazzo e stress, tuttavia anche quando si raggiunge un età superiore ai 50 anni si può manifestare in maniera più o meno evidente.
In Italia sono più di 11 milioni i maschi adulti affetti da alopecia androgenetica. La sua diffusione ne giustifica l’appellativo di calvizie comune o più semplicemente calvizie. Il termine androgenetica sta ad indicare che questa patologia ha una stretta dipendenza con gli ormoni androgeni (andro) e con i fattori genetici ereditari (genetica).
Il fatto di avere ereditato da un familiare la calvizie comporta che i capelli di alcune aree siano predisposti a subire danni da parte degli ormoni androgeni. Una causa certa dell’alopecia androgenetica è proprio la presenza dei recettori del diidrotestosterone nei follicoli piliferi. Tale predisposizione genetica porta i capelli a cessare gradualmente la loro crescita in alcune aree del capo, rendendo molto probabilmente l’uomo calvo.
Il diidrotestosterone (abbreviato in DHT) è un derivato del testosterone, che una volta a contatto con il follicolo svolge un’azione dannosa: lo miniaturizza, fino a portarlo all’atrofia completa e quindi alla cessazione di ogni attività produttiva.
Il DHT risulta altamente dannoso per il follicolo pilifero, poiché è in grado di:
– ridurre la fase di crescita del capello.
– provocare una progressiva miniaturizzazione del follicolo, rendendo i capelli sottili, corti e depigmentati e trasformandoli in peli.
– portare alla completa atrofia del follicolo e quindi alla cessazione di ogni sua attività riproduttiva.
La causa della calvizie non è da imputare alla quantità di testosterone totale prodotto. Questa errata convinzione ha generato una serie di credenze, fra cui quella che attribuisce ai calvi un maggior vigore sessuale. Soltanto il diidrotestosterone (DHT) presente in ogni singolo follicolo, e non la quantità di testosterone totale, innesca il processo della calvizie.
La genetica gioca dunque un ruolo importante: gli uomini che hanno parenti stretti con calvizie sono ad alto rischio. Nel caso in cui qualcuno degli ascendenti (genitori o nonni) abbia trasmesso il gene dell’alopecia, il destino è pressappoco inevitabile. Non parliamo di certezza perchè ogni persona possiede due esemplari dello stesso gene, provenienti uno dal padre e l’altro dalla madre, ed è la loro combinazione imprevedibile che determina l’eredità. Ciò è ampiamente dimostrato dall’alto numero di figli calvi con padri aventi chioma folta e viceversa.
Quando e come si presenta l’alopecia androgenetica?
Quando un uomo inizia a perdere capelli generalmente le cause sono da attribuire a una forma di calvizie maschile. Ciò significa che il soggetto ha ereditato questa predisposizione e che i capelli cesseranno gradualmente la loro crescita sulla zona superiore della testa e sulla zona corrispondente all’apice dello scalpo: purtroppo questo fenomeno col tempo renderà l’uomo calvo.
Nonostante la caduta dei capelli, entro certi limiti, sia considerata un fenomeno normale, esistono delle condizioni in cui i capelli cadono in maniera cospicua. Laddove il numero di capelli che cadono è significativamente superiore, il fenomeno va considerato come un campanello d’allarme. Il diradamento diventa visibile a occhio nudo solo nel momento in cui in una determinata area, o su tutto il cuoio capelluto, si perdono il 50% dei capelli.
L’alopecia androgenetica è solitamente caratterizzata da un’iniziale comparsa di una stempiatura nella zona frontale (front), con arretramento dell’attaccatura iniziale (hairline). Successivamente prosegue con un diradamento del vertice dello scalpo (crown/vertex) e uno svuotamento progressivo della zona centrale (mid-scalp/top). Tale caduta lascia al soggetto solo una porzione di capelli posteriore (regione temporale della testa) e laterale (regione occipitale della testa) con una tipica forma a “ferro di cavallo” (corona ippocratica). Questa condizione permane anche negli stadi più avanzati di alopecia.
La Scala di Norwood
Se hai iniziato a perdere i capelli sull’area frontale della testa, allora potresti soffrire di calvizie. Alcuni uomini avranno un unico punto calvo, altri invece svilupperanno una calvizie con una tipica forma a M (stempiatura). In altri infine l’attaccatura iniziale continuerà ad arretrare, fino a quando la totalità o la maggior parte dei capelli sarà scomparsa. Questa è la Scala di Norwood, una tabella che analizza i gradi e gli stadi di alopecia androgenetica. Quale sceglieresti per la tua situazione attuale?
Come posso risolvere questo problema?
Purtroppo non esiste una cura specifica che possa risolvere definitivamente il problema. L’azione della calvizie è genetica e progressiva, quindi al momento è irreversibile. Tuttavia esistono soluzioni capaci di tamponare, rallentare o migliorare visibilmente uno stato di alopecia androgenetica:
- Terapia Farmacologica & Trattamenti: assunzione di farmaci come Finasteride e/o Minoxidil e applicazione della medicina rigenerativa come PRP o Mesoterapia.
- Rimedi Estetici: utilizzo di protesi capillari e utilizzo di cosmetici. Di recente sviluppo infine la Tricopigmentazione, una metodologia di micropigmentazione specifica per il cuoio capelluto in grado, attraverso il deposito di specifici pigmenti nella cute, di riprodurre la presenza realistica del capello.
- Interventi Chirurgici: trapianto di capelli con tecnica FUT (Strip) o FUE.