Quanti capelli cadono in un giorno?
Entro certi limiti, la caduta dei capelli è un evento assolutamente fisiologico. Generalmente si ritiene normale la perdita da 40 a 120 capelli al giorno, in base al numero di follicoli piliferi ancora attivi e al ciclo di crescita degli stessi.
Dotato di un suo programma genetico, il capello si rinnova circa 25 volte durante tutta la vita: 25 cicli di 4-5 anni ciascuno rappresentano una garanzia di conservazione della nostra chioma per 100-125 anni. Il numero di capelli che cadono in un giorno può variare di molto da individuo a individuo, in funzione di una serie di fattori, quali:
– Sesso; generalmente, gli uomini perdono più capelli di una donna nell’arco della giornata.
– Quantità di capelli presenti nel cuoio capelluto.
– Stato di salute generale del paziente; alcune patologie possono favorire la caduta dei capelli.
– Carenze nutrizionali; un non sufficiente apporto di vitamine e oligoelementi favorisce la caduta dei capelli.
– Tipi di prodotti impiegati per la cura dei capelli; l’uso di prodotti troppo aggressivi, oltre a danneggiare il cuoio capelluto potrebbe anche favorire la caduta dei capelli.
Cos’è l’alopecia?
Nonostante la caduta dei capelli, entro certi limiti, sia considerata un fenomeno normale, esistono delle condizioni in cui i capelli cadono in maniera cospicua. È questo il caso della menopausa, ad esempio, ma anche della gravidanza, dello stress, delle diete drastiche, dell’abuso di alcol, dell’assunzione di alcuni farmaci, della sottoposizione ad interventi chirurgici. Tutte queste condizioni si manifestano clinicamente con un aumento della caduta quotidiana dei capelli. Laddove il numero di capelli che cadono è significativamente superiore, il fenomeno va considerato come un campanello d’allarme. Il diradamento diventa visibile a occhio nudo solo nel momento in cui in una determinata area, o su tutto il cuoio capelluto, si perdono il 50% dei capelli. In questo caso parliamo dello sviluppo di una forma di alopecia.
Si definisce alopecia il processo di diminuzione della qualità (colore, spessore) e della quantità di capelli o la loro scomparsa.
L’alopecia è una patologia piuttosto diffusa con svariate cause. Di seguito elenchiamo quelle più frequenti che potrebbero provocare un’alopecia.
Cause genetiche: nel caso in cui si tratti di alopecia androgenetica. Si stima che il fattore ereditario sia la causa del 98% delle alopecie.
Cause ormonali: quando è coinvolta la tiroide o ci siano disfunzioni relative all’ipofisi o al testosterone.
Cause nutrizionali: può essere generata molto spesso da carenze nutrizionali, poiché, l’alimentazione gioca un ruolo determinante.
L’anoressia, ad esempio, porta il malato a sensibili perdite di capelli, venendo a mancare il giusto apporto proteico e vitaminico.
Cause psicologiche: periodi prolungati di stress, causati da traumi o depressione, portano alla caduta dei capelli.
Cause farmacologiche: forti cure chimico-farmacologiche come la chemioterapia, cure per insufficienza cardiaca e l’assunzione di antidepressivi contribuiscono alla perdita dei capelli.
Le forme di alopecia si dividono in due grandi gruppi: alopecie cicatriziali, quelle irreversibili, dove i follicoli piliferi perdono la loro capacità di rigenerarsi, arrivando alla completa atrofia; alopecie non cicatriziali, laddove il follicolo non essendo atrofizzato è in grado di dar vita a un nuovo capello.
Alopecie cicatriziali
Come già detto, le alopecie cicatriziali sono permanenti. Questo tipo di alopecia è definitivo poiché si assiste alla scomparsa del follicolo e della papilla dermica del capello; ciò comporta l’impossibilità del capello di ricrescere. Le tipologie di questa forma sono molte ma non sufficientemente studiate nella letteratura medica per via della loro rarità.
Alopecie non cicatriziali
Per alopecia non cicatriziale si intende la perdita di capelli temporanea, causata da un danno dei follicoli piliferi che non comporta però atrofia della cute. In questo modo il capello ha la possibilità di ricrescere quando le condizioni fisiche della persona lo permetteranno.
Le forme più comuni di alopecia non cicatriziale sono:
Alopecia androgenetica, comunemente definita calvizie, dovuta ad una forma di miniaturizzazione di tipo androgenetico del bulbo pilifero. Questa è la più comune tipologia di alopecia, poiché interessa il 70-80% degli uomini e il 40-50% delle donne.
Telogen effluvium, forma di perdita caratterizzata da diradamento dei capelli o aumento della caduta dei capelli, che dura generalmente più di sei mesi. Si verifica più spesso nelle donne e di solito è causato da un disturbo al ciclo del capello. Non si tratta di una forma di calvizie permanente: alla fine i follicoli possono ritornare lentamente alla normalità.
Alopecia areata, si presenta in chiazze glabre, cioè aree circoscritte del cuoio capelluto prive di capelli. L’alopecia areata è forse la più antiestetica in assoluto. In questo caso la perdita dei capelli non è un avanzamento, ma si tratta di una perdita quasi improvvisa in una zona della testa. Il fenomeno è genetico e piuttosto raro, tanto da colpire appena 1 persona su 10.000. Nel caso in cui questo tipo di alopecia interessa zone più ampie, evolve in alopecia areata totale, che porta alla caduta di tutti i capelli, o alopecia areata universale, che porta alla completa perdita di tutti i capelli e di tutti e i peli del corpo. Le persone colpite da alopecia areata universale non hanno sopracciglia, ciglia, peli pubici, peli sulle gambe, sulle braccia, sul petto e in qualunque altra parte del corpo.
Alopecia psicogena, anche conosciuta come “calvizie da stress”. In questo caso a influire sulla perdita dei capelli, infatti, è la condizione cognitiva del soggetto, che può presentare disturbi di personalità, ansia continua, stress cronico, shock traumatico o uno stato depressivo. Spesso può accadere che si instaurino sul cuoio capelluto fenomeni di infiammazione follicolare o di seborrea che portano alla calvizie nelle aree centrali della testa. Si tratta, in sostanza, del “messaggio” che il corpo manda per esprimere uno stato di disagio psicofisico.