Offriamo sempre al paziente una visione chiara e reale dei risultati che potrà ottenere con un nostro eventuale intervento. A differenza di molte cliniche straniere, non eseguiamo mai un intervento senza valutare adeguatamente le caratteristiche soggettive di una persona, perché si rischierebbe di non restituire un risultato adeguato e si correrebbe il rischio di compromettere gravemente la zona donatrice, rendendo così impossibili eventuali interventi di recupero. Illustriamo i limiti del caso specifico e rifiutiamo candidati non idonei per evitare di avere pazienti insoddisfatti. Ecco i fattori che consideriamo nella valutazione iniziale di un candidato.
Età
La calvizie è solitamente un processo progressivo. Quando il paziente ha meno di trent’anni è difficile prevedere quanti capelli perderà in futuro e in che aree ciò accadrà. La pianificazione dell’intervento in un soggetto giovane deve tener conto della probabile perdita di capelli indigeni, soprattutto se questi rifiuta il trattamento farmacologico con Finasteride.
Per quanto riguarda la scelta dell’età giusta in cui operarsi è bene specificare che non esiste un parametro di base. Il primo elemento da considerare è il disagio estetico che si vive, indipendentemente degli anni che si hanno. La chirurgia purtroppo non arresta la calvizie, quindi bisogna tenere presente che, anche se le unità follicolari trapiantate non saranno soggette a miniaturizzazione perché provengono da una “zona sicura”, non è così per quelle situate naturalmente in aree a rischio di diradamento e perdita. Onde evitare che dopo pochi anni l’esito estetico sia peggiore della calvizie stessa, chi si sottopone alla chirurgia in giovane età dovrà valutare un intervento il più possibile di stampo conservativo, senza escludere di ripetere una o più sedute nel corso della vita per ritoccare e ottimizzare i risultati peggiorati da un’ulteriore perdita di capelli.
Chi invece si sottopone alla chirurgia dopo aver varcato la soglia dei 45 anni solitamente non soffrirà di eccessivi peggioramenti dovuti all’alopecia androgenetica, pertanto il paziente potrebbe dunque optare per una hairline leggermente arretrata e ringiovanire in modo naturale senza eccessi.
Sebbene non sia sempre un fattore predittivo di quella che sarà l’evoluzione futura dell’alopecia androgenetica nel paziente, il grado di calvizie dei parenti prossimi (papà, fratelli nonni) può essere a volte una piccola indicazione di quella che sarà l’estensione futura della calvizie del paziente.
Dimensione dell’Area da Coprire (Zona Ricevente)
La situazione attuale del paziente è importante per capire quanti capelli saranno disponibili ora ed in futuro come risorsa della chirurgia. Occorre fare anche una previsione su quale sarà l’eventuale estensione dell’area calva da coprire, individuare il grado di avanzamento sulla scala Norwood per valutare e calcolare la futura perdita di capelli.
Il trapianto di capelli non crea nuovi follicoli, ma “sposta” chirurgicamente quelli già esistenti in modo da coprire zone eccessivamente diradate. Per fare ciò, si studia il disegno d’intervento più adatto da dare anche un effetto ottico di capelli folti e perciò viene ridisegnata la linea di attaccatura (o demarcazione) che sarà di densità leggermente maggiore di follicoli rispetto alla sommità del capo.
Densità dei Capelli nella Zona Donatrice
È sempre necessario che un chirurgo esperto valuti la disponibilità e la densità dei follicoli, l’assenza di cicatrici, lo spessore, la lassità e la vascolarizzazione del cuoio capelluto, e altre eventuali problematiche pregresse o concomitanti. Bisogna anche valutare il contrasto cromatico tra capelli e scalpo: per esempio una situazione di capelli molto scuri e sottili su pelle molto chiara e riflettente è la più sfavorevole. Vale la pena ricordare che l’area donatrice fornisce un numero limitato di unità follicolari e che l’estrazione deve essere eseguita in modo uniforme e moderato. Sarebbe assurdo svuotare la parte donatrice con l’intenzione di ripopolare il punto calvo: il risultato sarebbe molto poco apprezzabile esteticamente, non soddisfacente.
Se la zona donatrice ha una folta presenza di follicoli attivi, ci sono maggiori probabilità del successo dell’intervento. In caso contrario, è bene avere aspettative realistiche.
Se infatti la zona donatrice si rivela povera di bulbi piliferi, il rinfoltimento sarà moderato e potranno al massimo essere corrette alcune dismorfie come la linea di demarcazione (attaccatura dei capelli) e il rinfoltimento modesto delle aree glabre (media/bassa densità).
Caratteristiche dei Capelli
Gli individui di razza caucasica hanno una densità media che si aggira intorno alle 90-120 unità follicolari per cm2. Il calibro del capello, il suo colore, il contrasto cute/capello e il tipo di capello (liscio o riccio/mosso) sono tutte caratteristiche da prendere in considerazione per pianificare l’intervento chirurgico. Le caratteristiche del capello sono un fattore importante per determinare il livello di copertura che si può dare con l’intervento chirurgico e formare in modo corretto le aspettative del paziente.
Da punto di vista chirurgico i capelli spessi sono la migliore risorsa per la chirurgia. Normalmente i capelli della zona donatrice sono migliori qualitativamente perchè non soggetti all’azione dell’alopecia androgenetica.
Eventuali Interventi Precedenti
I risultati ottenibili dipendono anche dal fatto che il paziente si sia sottoposto in passato a chirurgie e dagli esiti delle stesse. Se il chirurgo deve gestire la zona donatrice disponibile residua vanno tenuti in conto fattori come presenza di eventuali cicatrici, eccessiva estrazione durante una precedente FUE (over harversting) e presenza di plug. L’over harvesting è l’eccessiva estrazione di unitá follicolari da una determinata zona.
I plug sono degli innesti mal posizionati o degli innesti che non rispecchiano i naturali gruppi di capelli all’interno dell’unità follicolari causando l’effetto a bambola. Per formare correttamente le proprie aspettative il paziente deve essere messo al corrente delle possibili difficoltà tecniche che potrebbero derivare dalla presenza di cicatrici precedenti, tessuto cicatriziale, innesti mal posizionati.
Stato di Salute
La buona salute è un altro aspetto molto importante.
Se il paziente è diabetico si deve valutare con attenzione la sua candidatura perchè a seconda del grado patologico della sua patologia potrebbe incorrere in difficoltà di cicatrizzazione.
Se il paziente è un cardiopatico il chirurgo dovrà esaminare il suo quadro clinico e scegliere se sottoporre o meno il paziente al trapianto di capelli, perchè durante l’intervento viene utilizzata una miscela di lidocaina ed adrenalina insieme all’anestetico allo scopo di controllare il sanguinamento; se il paziente è cardiopatico, l’utilizzo di questo farmaco potrebbe essere pericoloso.
Se il paziente è affetto da alopecia areata non si deve assolutamente procedere al trapianto di capelli in quanto è proprio il suo sistema immunitario ad aggredire i suoi follicoli provocando la caduta capelli, pertanto qualora si procedesse alla realizzazione dell’intervento, i capelli trapiantati potrebbero cadere.
Sono solo tre esempi sintetici per sottolineare che nonostante il trapianto di capelli sia un intervento di superficie è comunque a tutti gli effetti un intervento chirurgico, e ne ha tutte le caratteristiche, quindi certe patologie vanno considerate, controllate e gestite al fine di consigliare e guidare il paziente verso una scelta migliore.
Aspettative
Il primo aspetto di cui tener conto come appena detto è il tipo di aspettativa che il paziente ha. Ci sono persone che più facilmente di altre subiscono e manifestano il disagio causato dalla perdita dei capelli, il loro comprensibile desiderio di recuperare le aree colpite da alopecia può portarli a a fare valutazioni non oggettive in merito ai risultati ottenibili. Dobbiamo sempre avere consapevolezza del problema che con il passare degli anni potrebbe subire una evoluzione, pertanto come già detto più volte,ci sono dei casi nei quali il recupero dei capelli deve essere ” programmato negli anni”. Il patromonio pilifero del paziente non è illimitato, quindi il chirurgo capace ed onesto deve considerare la possibilità di sconsigliare il trapianto di capelli in quella specifica fase e magari rinviarlo agli anni successivi con un monitoraggio costante del paziente, oppure valutata l’impossibilità oggettiva di dare al paziente un risultato coerente con le sue aspettative, sconsigliarlo definitivamente. Quando si verificano queste condizioni, il paziente qualche volta di rivolge ad altri centri chirurgici nella speranza di trovare il chirurgo che lo opererà. Questa fase è molto delicata, tutti noi quando indossiamo gli abiti del paziente desideriamo che il chirurgo ci dica quello che “ci piacerebbe sentirci dire”, ma non sempre questo è possibile, quindi attenzione al “canto delle sirene”, un po’ di sana prudenza non guasta mai.
Per pazienti con aspettative molto improbabili dei risultati ottenibili, siamo costretti a rifiutare l’intervento.
Scelta della clinica
Per ottenere risultati eccellenti diventa fondamentale la scelta della clinica, che deve prendere in esame alcune variabili quali:
- Chirurgo esperto, con anni di pratica e specializzato nella chirurgia della calvizie (es: membro ISHRS)
- Equipe e struttura d’avanguardia, con clinica autorizzata e a norma con tutti gli obbligatori protocolli sanitari;
- Cura del paziente nel seguire scrupolosamente tutte le indicazioni del post-intervento per tutto il periodo della convalescenza, con opportuno follow-up da parte del suo case manager personale.
Il trapianto di capelli non crea nuovi follicoli, ma “sposta” chirurgicamente quelli già esistenti in modo da coprire zone calve o diradate. Il disegno d’intervento più adatto offrirà un effetto ottico di capelli folti, per questo motivo affidarsi a team chirurgici esperti si rivelerà una scelta fondamentale per un risultato soddisfacente.
C’è differenza tra avere intenzione e prendere la decisione di sottoporsi a un trapianto di capelli. La candidatura va analizzata a fondo e l’intervento deve essere approvato da un dottore competente in materia. La nostra filosofia si basa infatti sulla pianificazione di un intervento, e non sulla sua promozione. Ecco i nostri consigli per prepararsi correttamente un autotrapianto di capelli:
▪ Valuta una visita da un dermatologo per scongiurare eventuali Patologie del Cuoio Capelluto e confermare la diagnosi di una alopecia androgenetica.
▪ Valuta di sottoporti a una Terapia Farmacologica (Finasteride o Mixodil).
▪ Abbi Aspettative Chiare. Per rendere più consapevole il processo decisionale, le aspettative devono essere il più reali possibile. La concezione di miglioramento estetico è sempre soggettiva, pertanto va discussa e rapportata a uno o più parametri di riferimento.
▪ Non Avere Fretta. Leggi con attenzione le informative, studia nel dettaglio pregi e limiti delle tecniche (FUE vs DHI) e approfondisci le tue conoscenze consultando il nostro sito web. Spesso capita di farlo soltanto dopo l’intervento, capendo gli errori commessi e di aver scelto una clinica sbagliata o un chirurgo inesperto.
▪ Ricevi Una Nostra Consulenza. Confrontarti con il nostro team di esperti per chiarire ogni dubbio o perplessità, per valutare i tuoi potenziali risultati finali e fissare un colloquio di valutazione.