Approfondimento dell’unità: Capelli | Immagini: 3 | Link Immagini: 1 | Tempo di Lettura: 3 minuti
Manca davvero pochissimo: lunedì 18 Maggio finalmente riapriranno i barbieri e parrucchieri italiani dopo oltre due mesi di inattività. Cresciuto tra storia e arte, il mercato dell’hairstyling nel nostro paese fattura un business da 7,3 miliardi anno, pari a mezzo punto di Pil e coinvolge 190 mila operatori (90 mila titolari, 100 mila collaboratori), virtualmente pari al numero totale di dipendenti della quarta azienda italiana. Lo sviluppo di questo settore, che offre le maggiori opportunità di realizzazione per i giovani, è dovuto all’elevato numero di singoli imprenditori, piccoli e medi, concentrati soprattutto nelle regioni meridionali, dove si conta il maggior numero di saloni professionali. Il mestiere del parrucchiere e del barbiere piace molto agli italiani perché è creativo, affascinante e allo stesso tempo permette di mettersi in proprio con poco investimento iniziale.
Il barbiere utilizza con maestria e velocità forbici di svariati modelli, rade accuratamente la pelle con lame affilate evitando tagli, ci fa parlare delle nostre passioni, ci lascia confidare i nostri recenti avvenimenti o addirittura i nostri segreti, rendendo quel momento estremamente piacevole e rilassante.
Oltre alla cura dell’immagine, rivalutata dalla moda hipster degli ultimi anni, la sua figura si è storicamente occupata di tanti altri aspetti che apparentemente hanno poco a che fare con quelli odierni. Per capire chi è il barbiere dei giorni nostri dobbiamo tornare davvero indietro nel tempo, tra storia e arte antica.
Antichità
Nelle società del paleolitico, quando furono introdotte le prime tecnologie con strumenti in pietra, si credeva che tagliare i capelli fosse un modo per rimuovere l’essenza del male accumulato e per rinnovare le energie. Quindi il compito era affidato ai più saggi: i sacerdoti.
Anche nell’antico Egitto il barbiere godeva di grande reputazione: i sacerdoti del tempio di Amon ricevevano una rasatura rituale e totale ogni tre giorni, in segno di purificazione.
Età Greco-Romana
Fu nell’Antica Grecia che questa pratica raggiunse la sua maggior popolarità ed importanza professionale con la creazione delle prime barberie, spazi adibiti alla cura estetica per soli uomini che fungevano anche da centri di dibattito culturale e politico. Per i greci quei negozi erano tanto importanti quanto l’Agorà, il loro luogo di riunione pubblica.
Gli uomini greci portavano capelli ondulati e barba acconciata, che tagliavano, arricciavano e pettinavano grazie alle cure dei barbieri. I servizi di questa nuovo mestiere includevano anche:
– massaggi
– spazzolatura e lucidatura del capello e della barba mediante lozioni, pomate e cera d’api
– profumazione mediante l’utilizzo di pseudo profumi con sentori di fiori e olio d’oliva
Nel III secolo a.c. Alessandro Magno conquistò quasi tutta l’Asia e fu sconfitto in numerose lotte contro i Persiani a causa della barba dei suoi soldati. I Persiani furbamente afferravano infatti i nemici soldati dalla folta e lunga barba, facendoli cadere da cavallo e uccidendoli con facilità. La storia racconta che il re macedone rivoluzionò il look del suo esercito, imponendo la rasatura della barba ai suoi soldati. Il motivo? Più pratico che estetico: in quel modo si evitava di offrire un facile appiglio ai nemici in battaglia. Molto presto il resto della popolazione adottò la moda e le barbe furono dimenticate: tale bisogno di radersi aumentò la richiesta di posti di lavoro per barbieri.
Nel primo periodo dell’Impero Romano gli uomini portavano i capelli lunghi e la barba, successivamente tra il III e il IV secolo l’influenza greca introdusse gli esercizi dei barbieri a partire dalla Sicilia. Alcuni erano itineranti (circitores), altri lavoravano nel loro laboratorio (tonsores).
L’operazione di rasatura delle barbe era fatta solo con acqua e rasoi in bronzo affilati con le pietre, chiamati novaculae. Anche se quello rappresentava il modo più piacevole per radersi il viso, il tonsor si serviva anche della depilazione con cera d’api e pinzette. Oltre all’arte del tagliare i capelli, i barbieri praticavano massaggi alla testa ed erogavano servizi di manicure, pedicure e rimozione calli.
Secondo Plinio il Vecchio, il primo romano importante che fu visto col viso rasato fu il generale e console Scipione l’Africano. Gli uomini romani trascorrevano lunghe ore dai barbieri per la cura dei capelli, dove oltre ad acconciare la capigliatura e sbarbarsi si chiacchierava molto, esattamente come da stereotipo attuale sulla poltrona girevole. Fu a quell’epoca che i barbieri cominciarono a praticare anche estrazioni dentali. I patrizi, che erano le persone con una migliore posizione sociale, avevano i loro barbieri tra la servitù, mentre le donne avevano parrucchieri personali tra i loro schiavi.
Medioevo: il barbiere-chirurgo
Alla caduta dell’Impero Romano, quando i barbari invasero l’Europa, gli uomini apparivano ben rasati e curati, ma i Franchi, i Visigoti e gli altri popoli germanici arrivarono con barbe e capelli lunghi, essendo meno evoluti. Nel Medioevo il 90% dei nobili era analfabeta e tutte le operazioni chirurgiche erano affidate ai sacerdoti, le uniche persone istruite e capaci nella loro esecuzione. Per assisterli nelle loro operazioni I sacerdoti assunsero le uniche persone in grado di svolgere questo compito: i barbieri, che già avevano familiarità con estrazioni dentarie ed altri interventi chirurgici minori (ricomposizioni di fratture e cure di piccole ferite). Più o meno in tutta Europa, il barbiere ampliò così le proprie competenze diventando quindi anche chirurgo, per operazioni più semplici e salassi, e dentista, o meglio estrattore di denti. Tra i suoi servizi era inclusa anche la rimozione delle pulci e dei pidocchi. Il francese Ambroise Pare, che visse nel Cinquecento ed è considerato il padre della chirurgia moderna, cominciò la sua carriera come barbiere-chirurgo.
Attraverso il primo Concilio Lateranense, nel 1163 il clero venne sollevato da compiti medici. L’editto stabiliva che l’estrazione del sangue umano (come la pratica del salasso) era peccato di sacrilegio per i ministri di Dio, di conseguenza i barbieri presero completamente nelle loro mani tutti quei compiti. Qui si iniziò ad affiggere le prime insegne fuori dalle barberie, tra cui il famoso palo. Fino al XV secolo i barbieri continuarono a fare interventi chirurgici e ogni tipo di cure, senza alcun inconveniente.
Il palo del barbiere
Il significato del simbolo e la motivazione alla base dell’utilizzo di un palo fuori alla bottega dei barbieri fu chiarita solo nel 1658, attraverso la lettura del primo libro di scuola illustrato e stampato: Comenii Orbis Pictus. In una delle sue pagine era visibile un’immagine che riprendeva l’interno di una bottega, in cui un barbiere-chirurgo praticava una flebotomia ad un paziente che impugnava nella mano destra un bastone. Quell’accessorio gli permetteva di mantenere il suo braccio orizzontale, con una benda attorcigliata intorno ad esso. La spiegazione della famosa insegna è attribuibile proprio a quel palo, che fu sicuramente uno strumento comune nel negozio di barbiere e contribuì a identificare facilmente quel luogo per il viaggiatore stanco e ferito.
Il palo da barbiere nacque dunque per segnalare questi servizi medici e non quelli relativi a barba e capelli: in origine il rosso simboleggiava il sangue, il bianco i bendaggi usati per fermare il flusso sanguigno e il palol’asta che i pazienti dovevano stringere per rendere le vene più visibili al barbiere. Fu un’invenzione britannica e quando si diffuse negli Stati Uniti venne aggiunto il blu: secondo alcune interpretazioni indicava il colore delle vene, secondo altre fu un modo per riprendere i colori della bandiera americana. Le versioni girevoli, quelle che conosciamo bene grazie ai film e ai programmi televisivi americani, sono relativamente recenti: in passato c’era solo un semplice palo statico.
Secoli 16 e 17: alto rango sociale
Nei XVI e XVII secolo i barbieri furono elevati ad alte posizioni nelle corti europee. Un editto emanato da Enrico VIII d’Inghilterra permetterà loro di avere una volta all’anno corpi per dissezioni per lo studio dell’anatomia umana.
Anno 1745: il declassamento
Fino al 1745 le corporazioni di chirurghi lavoravano insieme alle corporazioni dei barbieri, ma da quell’anno, con decisione del re Giorgio II di Gran Bretagna, le due gilde furono separate e i barbieri furono limitati solo alla cura di barba e capelli. Anche in Francia Il re Luigi XIV prenderà la stessa decisione anni dopo. Questo produsse un calo e una perdita di prestigio nella professione: i barbieri divennero luoghi insalubri frequentati da persone di basso livello sociale, perdendo così rango e rispetto.
Secolo 18: I parrucchieri
Ma è nel XVIII secolo che i barbieri recuperano la loro rilevanza sociale grazie all’usanza delle parrucche. Durante l’Illuminismo le parrucche migliori e più costose erano fatte di capelli umani ed erano espressione di ricercata eleganza e ricchezza. I barbieri, oltre crearle e montarle, erano incaricati della loro manutenzione periodica. Le parrucche di quei tempi erano famose per i loro disegni spettacolari ed eleganti: gli uomini le usavano leggermente incipriate con un colore grigio-biancastro, le donne le usavano di tutti i colori. Questa attività ha posto le basi per il termine attualmente utilizzato nella società moderna, i parrucchieri.
Secolo 19: La rinascita del barbiere
Dopo la Rivoluzione Francese, come un rifiuto al vecchio regime, la gente iniziò a disfarsi delle parrucche per propendere alla tendente moda delle acconciature con capelli naturali.
Dopo la seconda metà del XIX secolo in tutte le città i barbieri erano sempre più numerosi e iniziarono ad essere inaugurate le prime catene di barberie che dettero vita ad una rinascita gloriosa del mestiere. I barbieri recuperano il loro prestigio sociale e l’attività ebbe una rinascita gloriosa, che motivò la ricerca di nuovi standard e regolamenti per rendere la professione più affidabile e prestigiosa. Alla fine del XIX secolo infatti negli Stati Uniti aprirono le prime associazioni e unioni professionali per barbieri, per garantire istruzione, formazione e licenza, atte a soddisfare degli standard di qualità.
Secolo 20
Durante quasi tutto il ventesimo secolo ci sono stati barbieri per uomini e parrucchieri per donne. Alla fine degli anni 1970 gli uomini iniziarono a portare i capelli molto lunghi, basette lunghe e a fare permanenti, molte volte con acconciature laccate. Il barbiere tradizionale maschile di solito non offriva questi tipi di servizi, più connessi con i saloni di bellezza delle donne, di conseguenza la reazione dei parrucchieri fu quella di espandere la propria clientela anche agli uomini. Nel 1980 i barbieri unisex cominciarono a essere più comuni e nel 1990 quasi tutti i saloni offrivano servizi a entrambi i sessi. Attualmente esistono barberie per uomini, saloni per donne, e hair stylist generici per tutti.
Fonte: The History of the World of Hair
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