Il trapianto di capelli è un intervento chirurgico in cui viene asportata una parte dei capelli (compresa la radice) dalle regioni che normalmente non sono soggette a calvizie e che hanno un maggiore numero di follicoli, come i lati e la parte inferiore della testa (zona donatrice), per essere trasferita o ridistribuita a un’altra regione soggetta a perdita permanente o assottigliamento (zona ricevente). Il principio che sta alla base dell’autotrapianto di capelli è piuttosto semplice: i follicoli della regione temporale e occipitale sono immuni al DHT, pertanto i capelli che crescono nella zona della nuca e sui lati della testa non sono destinati a cadere, persino nelle persone con un grado elevato di calvizie. La resistenza o sensibilità individuale dei follicoli piliferi al DHT è una caratteristica genetica degli stessi e rimane invariata quando il follicolo viene trasferito, mediante il trapianto, da una parte a un’altra della testa. Questo fenomeno è chiamato dominanza della donor, perché i capelli mantengono la loro caratteristica d’insensibilità al DHT che avevano nell’area da cui provengono (definita appunto donor).
La zona donatrice (donor) è la zona dalla quale vengono prelevati i capelli da trapiantare. Questi, nella calvizie comune, non cadono perché geneticamente non subiscono l’effetto del DHT.
La zona ricevente (recipient) è la zona nella quale si trapiantano i capelli, quella affetta da calvizie e quindi da rinfoltire.
La procedura, particolarmente lunga e meticolosa, è stata messa a punto per la prima volta nel 1930 dal medico giapponese Shoji Okuda, pioniere nei primi esperimenti di autotrapianto dei follicoli piliferi benché fosse inizialmente specializzato in oftalmologia. Sul finire degli anni ’50, il dermatologo americano Norman Orentreich perfezionò di molto la tecnica implantologica, che dagli anni ’60 ha cominciato a divenire disponibile commercialmente. Fino agli anni ’90, le procedure dell’autotrapianto erano primordiali e molto invasive: in pratica, veniva asportata dalla zona donatrice una striscia di cuoio capelluto, poi opportunamente tagliato in tanti quadratini, che venivano innestati nell’area calva. La procedura dava risultati modesti, quando non totalmente ridicoli: lasciava grosse cicatrici nella parte donatrice mentre, nell’area del trapianto, i capelli superstiti alla chirurgia ricrescevano a ciuffetti, come quelli di una bambola. Estremamente brutto a vedersi, totalmente innaturale. Fortunatamente, ora i prelievi vengono fatti singolarmente (o, al massimo, di due o tre follicoli alla volta) tramite apposite metodologie chirurgiche, e vengono impiantati ad uno ad uno. Pertanto le tecniche moderne sono orientate, generalmente, a ricostruire in maniera più naturale possibile le aree di capelli perse per azione della calvizie. Naturalmente un ruolo essenziale è svolto dalla scelta della clinica specializzata a cui si decide di rivolgersi. L’autotrapianto di capelli rappresenta la soluzione chirurgica alla calvizie, permettendo un rinfoltimento del cuoio capelluto nelle zone affette da caduta di capelli e diradamento.
TECNICA FUE (FOLLICULAR UNIT EXTRACTION)
Il metodo di estrazione FUE consiste nell’estrazione delle singole unità follicolari direttamente dall’area donatrice tramite apposito micro-bisturi circolare. Dopo essere state espiantate, queste vengono poi impiantate altrettanto singolarmente sulla zona calva da infoltire, per mezzo di micro-incisioni fatte con uno strumento chirurgico a punta.
La tecnica sta prendendo sempre più piede nel mercato internazionale data la minore invasività nella rimozione delle unità follicolari. Le cicatrici in questo caso saranno numerose ma molto piccole e di forma circolare, non visibili tra i capelli quando il team medico è competente. Dato che non ha bisogno di punti di sutura, la guarigione dopo l’intervento è molto rapida. Solitamente la tecnica prevede tempi più lunghi (l’intervento dura in media 6/8 ore) e richiede elevata abilità manuale da parte del chirurgo che esegue l’operazione. Se l’intervento è ben eseguito, la tecnica offre risultati d’eccellenza. La Smile Hair Clinic esegue interventi con tecnica FUE.
La tecnica FUE è il più moderno metodo praticato oggi in chirurgia per ottenere risultati naturali con in un trapianto di capelli. L’ulteriore passo avanti è stato possibile attraverso l’introduzione di punch dal diametro inferiore a 1 millimetro (da qui il termine MicroFue) durante la fase di estrazione, e di bisturi costituti da lame in zaffiro, minerale molto prezioso che sostituisce la precedente punta metallica, durante la fase di incisioni. I capelli prelevati dagli assistenti chirurgici vengono impiantati nei canali aperti dai nostri dottori, che creando artisticamente e tecnicamente la loro disposizione, influenzano direttamente l’angolo, la direzione e la distanza delle unità follicolari, stabilendo in modo significativo l’aspetto dei capelli a risultato acquisito. Per questo motivo la fase delle incisioni è senza ombra di dubbio la più importante per il successo di un trapianto FUE.
CONSULTAZIONE
A. Analisi del Sangue. Gli infermieri operano un prelievo di sangue per le analisi ANTI-HIV, ANTI-HCV e HbsAG prima dell’intervento, per verificare se ci sono infezioni da HIV o Epatiti. Otteniamo i risultati in breve tempo e consegniamo il referto ambulatorio a tutti i pazienti dopo l’intervento.
B. Consultazione. Il paziente ha una riunione con l’equipe medica, durante la quale l’area calva o diradata viene scrupolosamente valutata e contrassegnata dal Dr. Mehmet Erdoğan o dal Dr. Gökay Bilgin. Questa fase costituisce un momento d’importanza fondamentale per la buona riuscita del trapianto. Onde evitare fraintendimenti è importante avere un’idea ben chiara dell’hairline che si desidera e delle aspettative generali che si ripongono nell’intervento di chirurgia estetica. Analizzando le informazioni fornite, si abbozza un primo disegno dell’attaccatura dei capelli con un pennarello, che sarà possibile modificare più volte per considerare le diverse alternative, in base ai desideri del paziente e nel rispetto delle linee guida generalmente accettate. Negli stadi di calvizie non ancora molto avanzati, un punto di riferimento cui appoggiarsi per il disegno della linea frontale è il punto mediano dell’attaccatura naturale. La sua distanza dal centro delle sopracciglia varia dai 6 ai 10 cm. Particolare attenzione è riservata quindi alla progettazione dell’area frontale che per caratteristiche estetiche richiede un maggiore infoltimento e di specifici accorgimenti. L’attaccatura dei capelli infatti per avere un effetto naturale dovrebbe essere ricostruita piumata ed irregolare e non dovrebbe mai essere creata come una singola linea retta. Ciò può essere ottenuto con l’impiego di unità follicolari singole (1 capello) impiantate sulla linea della fronte e disposte a zig zag. È proprio nella ricostruzione della hairline che è necessaria un’eccellente combinazione di licenza artistica ed esperienza medica: è importante capire la struttura ossea del paziente, le sottili differenze tra un lato e l’altro del viso, le zone frontali interessate da pareti muscolari. Le esigenze del paziente vengono mediate dalla professionalità del chirurgo che ne verifica la loro fattibilità, giudicando la capienza della zona da cui prelevare le unità follicolari rispetto all’ampiezza della zona ricevente, alle informazioni cliniche fornite, all’eventuale numero di interventi svolti in precedenza e all’età, consigliando quale disegno potrebbe ottenere il miglior risultato estetico. Non tutti i pazienti hanno gli stessi obiettivi, ogni soggetto è diverso: i risultati raggiungibili da persona a persona sono differenti, pertanto ogni intervento sarà personalizzato.
C. Preparazione. Dopo la ricezione dei risultati delle analisi, se appurata la loro negatività, si procede alla rasatura dei capelli a 1 mm o a 2 mm: come spiegato precedentemente, questo permette ai medici di avere una visione più chiara delle aree dove intervenire e dove strutturare il design dei capelli da trapiantare. Forniamo una casacca monouso ospedaliera, facciamo alcuni scatti fotografici per compilare la cartella clinica del paziente e documentare la sua situazione di partenza.
PRELIEVO
A. Anestesia Zona Donatrice. Il paziente è invitato a stendersi con il viso appoggiato in una cavità del lettino, in modo da esporre al meglio la parte posteriore della testa, dalla quale preleviamo le unità follicolari. La fase dedicata all’anestesia locale dura circa 15 minuti e durante l’intervento il paziente sarà completamente conscio: potrà guardare il cellulare, mangiare, bere o andare al bagno.
B. Prelievo Unità Follicolari. Dopo aver terminato l’anestesia, iniziamo a raccogliere le unità follicolari. Questa fase dura più o meno tempo a seconda del tipo di pelle, della qualità dei follicoli e della loro forma. Il chirurgo si avvale di occhiali speciali che consentono di ottenere un ingrandimento del cuoio capelluto e di un dispositivo motorizzato (punch) che monta una punta molto piccola, con un diametro inferiore al millimetro: per questo motivo la tecnica si definisce appunto MicroFue. Tramite questa punta cilindrica cava si esegue proprio l’incanalamento delle unità follicolari attraverso un movimento della punta in senso rotatorio, che viene introdotta nella pelle fino alla radice del follicolo per consentire di staccare il capello e tirarlo fuori senza danni. La scelta della velocità di rotazione dipende dal grado di elasticità e dallo spessore del cuoio capelluto. Le unità follicolari vengono poi estratte una a una con una pinza particolare, la cui caratteristica è quella di preservare intatta ed integra l’unità nel suo complesso anatomico e funzionale. Le unità follicolari estratte sono controllate da professionisti al microscopio stereoscopico per valutare la loro effettiva qualità. Esse saranno rifilate con cura e successivamente raccolte in gruppi: innesto (graft) da 1 capello, 2 capelli, 3 capelli, 4 capelli e talvolta 5 capelli. I follicoli saranno conservati in un recipiente contenente una speciale soluzione arricchita di proteine in grado di stimolare la proliferazione e la differenziazione cellulare. L’innesto (o graft), è il capello o il gruppo di capelli che viene inserito nell’incisione fatta dal chirurgo nella zona da rinfoltire.
INCISIONI
A. Anestesia Zona Ricevente. Quando termina la fase di prelievo, invitiamo il paziente a sdraiarsi sulla schiena per iniziare l’anestesia locale nell’area ricevente. Viene nuovamente praticata una sessione anestetica per addormentare le aree interessate.
B. Apertura Canali. Il Dr. Mehmet Erdoğan o il Dr. Gökay Bilgin inizia ad eseguire con una lama realizzata con una punta di zaffiro tanti micro fori sulla testa, in quantità corrispondente al numero degli innesti raccolti. Il chirurgo preparerà la zona ricevente calva (dove s’intende procedere all’innesto dei follicoli) nel rispetto della linea di attaccatura precedentemente stabilita. In questa fase si predispongono i “canali” per gli innesti, più precisamente si eseguono sottilissime incisioni nell’area della testa destinata a ospitare i follicoli. Analizziamo alcuni fattori dei canali determinanti per la buona riuscita di un autotrapianto. Numero: prima dell’intervento viene conteggiato il numero dei canali da collocare per ogni cm² di superficie calva, i futuri innesti. Tali solchi che andranno ad accogliere i follicoli piliferi non potranno superare un certo quantitativo per cm². Dimensione: per far sì che la graft calzi alla perfezione all’interno del suo spazio, dandole modo di attecchire al meglio, l’incisione non deve essere né troppo larga né troppo stretta. Sarà il chirurgo che in base alla misura dell’innesto valuterà il diametro e la profondità dell’incisione. Direzionalità e Angolazione: il capello quando ricrescerà assumerà la direzione e l’angolazione data dal dottore durante la fase di creazione dei canali, pertanto questi devono attenersi alle stesse caratteristiche naturali del paziente. Un improprio posizionamento o la semplice ripetizione costante dei canali senza uno studio preventivo sulla direzionalità e sull’angolazione potrebbero portare ad un effetto non naturale.
INNESTO
Nella fase finale s’impiantano le unità follicolari all’interno dei canali creati appositamente. In un primo momento i tecnici allargano l’incisione con delle pinzette, inserendo l’innesto al suo interno solo parzialmente, poi successivamente si completa questo compito portando il bulbo in profondità. L’operazione è ripetuta scrupolosamente su tutta la superficie da coprire. Nella maggior parte dei casi, gli innesti di varie dimensioni sono posizionati artisticamente in zone differenti, al fine di ottenere l’aspetto finale auspicato. Gli innesti avranno una resa variabile da soggetto a soggetto in relazione soprattutto alla diversa dimensione dei follicoli da individuo a individuo (da 1 ai 4 capelli secondo i casi) e alla capacità dell’area donatrice. Nello specifico, le unità follicolari con un capello vengono inserite nell’hairline, la prima linea frontale più avanzata. Qui i follicoli vengono innestati con una maggiore densità per garantire un effetto estetico più gradevole. Appena dietro di essa s’innesteranno le unità follicolari con 2 capelli per aggiungere densità. Ci saranno infine a seguire le unità follicolari più grandi (3-4 capelli) per garantire copertura all’intero cuoio capelluto.
Alla fine dell’intervento applichiamo garze e bende per coprire la zona donatrice. Approfittando dell’anestetico ancora in circolo, effettuiamo un trattamento PRP per permettere ai tessuti epidermici di rigenerarsi più velocemente. Il Dr. Mehmet Erdoğan o il Dr. Gökay Bilgin controllerà con attenzione la zona trapiantata, osservando con speciali lenti ingranditrici gli innesti, verificando che non ci siano irregolarità. Successivamente controllerà lo stato psico-fisico del paziente, recensirà il risultato ottenuto e infine autorizzerà la sua dimissione dalla sala operatoria, decretando così la fine dell’intervento.
Tra la seconda e la terza fase concediamo al paziente una pausa per il pranzo, dove potrà rifocillarsi, approfittare della toilette e utilizzare il suo cellulare per una chiamata.