Dal punto di vista tecnico per DHI si intende una variante del metodo tradizionale FUE: la differenza più importante è l’utilizzo di uno strumento chirurgico noto come Choi Implanter o Implanter Pen. Lo studio del metodo DHI è stato avviato per la prima nel 1970 volta dal medico greco Konstantinos Giotis e il suo team. Successivamente nel 2001 i medici che adottarono questa tecnica hanno presentato il metodo DHI alla conferenza dell’Associazione dei Chirughi Plastici: quell’evento rivoluzionò il settore della chirurgia della calvizie. Nel 2016, dopo un lungo periodo di ricerca e sviluppo, il metodo DHI ha iniziato a diffondersi ed essere conosciuto in tutto il mondo.
La professionalità svolge un ruolo importante in quanto questo metodo può essere praticato solo da un team specializzato, formato e certificato dall’Accademia DHI. Ciò consente una costante evoluzione nel perfezionamento della tecnica e dell’esperienza necessarie a ottenere risultati sempre più soddisfacenti.
Dopo aver terminato l’anestesia, iniziamo a raccogliere le unità follicolari. Questa fase dura più o meno tempo a seconda del tipo di pelle, della qualità dei follicoli e della loro forma. Il chirurgo si avvale di occhiali speciali che consentono di ottenere un ingrandimento del cuoio capelluto e di un dispositivo motorizzato (punch) che monta una punta molto piccola, con un diametro inferiore al millimetro. Tramite questa punta cilindrica cava si esegue proprio l’incanalamento delle unità follicolari attraverso un movimento della punta in senso rotatorio, che viene introdotta nella pelle fino alla radice del follicolo per consentire di staccare il capello e tirarlo fuori senza danni. La scelta della velocità di rotazione dipende dal grado di elasticità e dallo spessore del cuoio capelluto. A differenza del metodo FUE, durante il metodo di impianto DHI, la creazione del sito e l’impianto dell’innesto vengono eseguiti simultaneamente, cioè l’estrazione e l’impianto sono combinati come parte di un processo in una o due fasi, inserendo i follicoli direttamente nelle aree interessate senza necessità di creare incisioni del canale, utilizzando uno strumento chiamato Impianter Pen (Choi). Come dice il nome stesso ha una struttura simile ad una penna e consiste in un guscio protettivo plastico all’interno del quale si trova un ago cavo collegato ad un piccolo stantuffo. Il primo passo è quello di posizionare l’unitá follicolare da 1 a 4 capelli all’interno dell’implanter. Questa operazione è eseguita prendendo delicatamente con il forcipe la parte superiore dell’unitá follicolare (regione epiteliale) e posizionando delicatamente l’unitá all’interno dell’ago cavo. Vengono caricati piú implanter allo stesso tempo. Una volta che l’unitá follicolare è stata introdotta all’interno dell’implanter, questo viene passato al chirurgo responsabile che realizza l’incisione inserendo, con un angolo accurato di 40-45 gradi, l’ago affilato nello scalpo ed innesta l’unitá follicolare premendo verso il basso lo stantuffo. Durante questa procedura, normalmente viene utilizzata una quantità variabile da 2-6 implanter e circa 15-16 aghi, perché con il dispositivo vengono fornite in una varietà di aghi di dimensioni diverse per adattarsi allo spessore delle unità follicolari. L’operazione è ripetuta scrupolosamente su tutta la superficie da coprire. Nella maggior parte dei casi, gli innesti di varie dimensioni sono posizionati artisticamente in zone differenti, al fine di ottenere l’aspetto finale auspicato. Gli innesti avranno una resa variabile da soggetto a soggetto in relazione soprattutto alla diversa dimensione dei follicoli da individuo a individuo (da 1 ai 4 capelli secondo i casi) e alla capacità dell’area donatrice. Nello specifico, le unità follicolari con un capello vengono inserite nell’hairline, la prima linea frontale più avanzata. Qui i follicoli vengono innestati con una maggiore densità per garantire un effetto estetico più gradevole. Appena dietro di essa s’innesteranno le unità follicolari con 2 capelli per aggiungere densità. Ci saranno infine a seguire le unità follicolari più grandi (3-4 capelli) per garantire copertura all’intero cuoio capelluto.
I Vantaggi della Tecnica Direct Implant Hair
– Le unitá follicolari restano meno tempo fuori dal corpo perché le fasi di incisione ed innesto sono svolte contemporaneamente, garantendo così un posizionamento forte e sano di follicoli. Per dovere di cronaca riportiamo anche i dati relativi al tasso di sopravvivenza delle unità follicolari fuori dal corpo, secondo gli studi del dr. Limmer, che sarebbero dopo 2 ore del 95%, dopo 4 ore del 90%, dopo 6 ore dell’86%, dopo 8 ore dell’88%, dopo 24 ore del 79%, dopo 48 ore del 54%. Durante la DHI il tempo di attesa varia da 2 a 20 minuti pertanto stimiamo che la sopravvivenza corrisponda a un 100% (+5% rispetto alla FUE). Questa riduzione del tempo durante in cui le unità follicolari restano fuori dal corpo e non ricevono apporto sanguigno favorirebbe dunque un maggiore tasso di ricrescita degli innesti.
– Minor manipolazione delle unità follicolari che non devono essere posizionati con pinzette all’interno dell’incisione
– Minor sanguinamento in area ricevente in fase d’incisione il che ridurrebbe significativamente il rischio di fuoriuscita delle unità follicolari dalla loro sede (popping)
– Il paziente non deve essere rasato totalmente, in quanto è una procedura più adatta a questa condizione. La tecnica viene infatti preferita dalle donne o da uomini che devono infoltire esclusivamente le tempie.
Svantaggi della Tecnica DHI
– Il medico e il personale sono esposti a un lungo periodo di allenamento prima di poter raggiungere l’esperienza necessaria per specializzarsi nella DHI, perché questo metodo richiede più attenzione e accuratezza durante la procedura. Se il team chirurgico non è affiatato i tempi possono essere piú lunghi degli standard.
– In generale è una procedura più costosa: l’equipe medica sarà composta da almeno sei persone e gli strumenti comporteranno costi più elevati.
– A causa della limitazione dell’accesso all’area operativa, questa tecnica può causare stress all’operatore: ciò potrebbe influire sia sull’estrazione che sul processo di impianto, causando possibili danni durante la manipolazione degli innesti.
– Maggior stress per il paziente dovuto al fatto che le fasi di estrazione ed innesto si svolgono quasi simultaneamente, e il paziente dovrà ricevere anestesia nelle due zone contemporaneamente. L’area ricevente e quella donante saranno trattate allo stesso tempo e questo potrebbe risultare scomodo e doloroso.
– È necessario che il team chirurgico sia molto affiatato e perfettamente coordinato, per far si che le unità follicolari siano caricate negli implanter quando il chirurgo lo richiede.
– È stato segnalato come gli aghi tendano a spuntarsi rapidamente e a produrre incisioni più larghe rispetto alle lame in zaffiro su misura
– Se gli assistenti che caricano gli implanter non hanno la dovuta esperienza, possono danneggiare l’unità follicolare quando tentano di posizionarla all’interno dell’ago cavo e questo può produrre una ricrescita insoddisfacente. Il danno conseguente alla “pressione dell’ago” è improbabile con innesti estratti e “denudati” correttamente: la scelta dell’ago per l’innesto deve essere dettata dalle dimensioni dei follicoli, non dalla dimensione del puch utilizzato. I tentativi di carico multipli o la bassa velocità sono un segno di esperienza insufficiente: gli operatori devono esercitarsi in sessioni più piccole prima di utilizzare gli implanter in procedure più ampie.
– Se il chirurgo/assistente che effettua l’incisione/innesto con il choi implanter non ha la dovuta esperienza vi è un forte rischio di innestare le unità follicolari troppo in profondità, provocando un affossamento della pelle (pitting) o di commettere errori relativamente all’angolo e direzione di innesto. Gli implanters evitano lo schiacciamento e eseguono buoni impianti quando sono utilizzati da mani esperte, che limitano il rischio di innesto ravvicinato e distal hooking(che si verica quando l’innesto coinvolge una porzione più alta del follicolo). I fattori di rischio per il distal hooking sono sia i follicoli allargati e rasati, sia i capelli indigeni in area ricevente: il tecnico necessita di una pratica sufficiente per riconoscere e correggere immediatamente l’aggancio. La decapitazione bulbo (che si verifica quando un bulbo sporge dall’apertura anteriore alla punta dell’ago) è più probabile che si verifichi invece con follicoli grandi e larghi: l’operatore deve controllare la parte bassa del bulbo e, se necessario, staccarlo e ricaricarlo immediatamente.
Inesattezze della tecnica DHI
Spesso si presenta questa tecnica come garanzia di una maggiore densità in termini di risultati, dal momento che i canali aperti saranno della stessa misura delle unità follicolari, e che non vi sarà alcuna perdita di spazio tra il loro posizionamento. In realtà invitiamo spesso i pazienti a informarsi correttamente sul diametro degli aghi implanter utilizzati dalle cliniche per le unità follicolari singole e multiple.
Secondo un recente articolo tradotto dal portale ISHRS, comunemente vengono considerati:
Implanter diametro 0.64 / foro ago 0.5mm
Utilizzati per unità follicolari singoli sulla hairline, preferite incisioni coronali e sagittali
Implanter diametro 0.9 mm / foro ago 0.75-0-8 mm
Utilizzati per unità follicolari multiple sulla zona front, middle e vertex, preferite incisioni coronali e sagittali
Implanter diametro 1 mm / foro ago 0.80-0-85 mm
Utilizzati per capelli ispidi, ruvidi; preferite incisioni coronali e sagittali.
Implanter diametro 1.15 mm / foro ago 0.90-0-95 mm
Utilizzati per capelli ispidi, ruvidi; preferite incisioni coronali e sagittali.
Le incisioni coronali differiscono da quelle sagittali per l’angolazione con cui vengono create in relazione alla direzione dei capelli e della crescita di collagene. A differenza di un’incisione sagittale, quella coronale è perpendicolare alla direzione di crescita del capello, ma non opposta. Ciò significa che le incisioni sono create a un’angolatura di 90 gradi rispetto alla direzione del capello.
È inesatto dire che la densità sarà maggiore con il metodo di innesto DHI: basta rapportare i diametri degli aghi utilizzati per unità follicolari singole (0.5 mm) e per le unità follicolari multiple (0.75/0.80 mm) allo spessore di una nostra lama in Zaffiro (0.3 mm e 0.4 mm).
Alcuni chirurghi ritengono che l’uso del Choi implanter produca risultati migliori in pazienti asiatici per le caratteristiche della loro zona donatrice, e non in pazienti europei, che hanno un calibro di capello piú fine e a volte un capello riccio che rende piú difficile caricare l’implanter, implicando una maggiore manipolazione dello stesso.
Gli esperti che hanno studiato questo fenomeno sono giunti alla seguente conclusione: i capelli delle persone asiatiche in generale si distinguono per capelli dritti e spessi, mentre caratteristiche come capelli ricci oppure dal diametro più sottile di altre razze, rende difficile il loro corretto inserimento nello scalpo, poiché le dimensioni principali degli aghi usati nelle fasi iniziali variano tra 0,8-0,9 mm. Pertanto, non tutti i pazienti sono candidati ideali per l’utilizzo della penna implanter Choi nel trapianto di capelli.
In opposizione ai risultati proposti, alcuni medici sono in disaccordo con questa affermazione, indicando che con una maggiore formazione ed esperienza, con la tecnica DHI è possibile un posizionamento efficace dell’innesto con qualsiasi tipo di capello. Con i progressi scientifici e tecnologici, le procedure di trapianto capelli sono migliorate negli ultimi dieci anni, raggiungendo la convinzione che l’utilizzo dell’Implanter può essere effettuato con qualsiasi tipo di capello, creando una nuova era che produce consistenti risultati efficaci e prevedibili, sicuri ma soprattutto naturali. Tuttavia alla base di esiti positivi deve esserci sempre una valutazione seria ed efficace, che garantisce una vera e propria formazione al paziente, nella massima trasparenza e onestà professionale.
La tecnica DHI è migliore della tecnica FUE?
I due metodi hanno vantaggi l’uno sull’altro e il chirurgo deve decidere in base al paziente, suggerendogli quale dei due è più indicato al suo caso clinico. Quando DHI e FUE sono eseguiti con i dottori giusti e la squadra giusta, non sono molto diversi l’uno dall’altro in termini di naturalezza. La verità è che la DHI non è sempre la più adatta a risolvere ogni problema di calvizie, per questo è importante che, prima di prendere qualsiasi decisione, si consulti uno chirurgo della calvizie che sappia consigliarti al meglio riguardo all’intervento più adatto. Si deve anche tenere conto del fatto che il trapianto di capelli DHI è un intervento molto delicato, che richiede un’elevata precisione e deve essere svolto dalle mani di un’équipe specializzata.
La nostra personale opinione è che il metodo DHI sia una delle opzioni a disposizione del paziente che desidera sottoporsi ad un trapianto di capelli. Non vi sono evidenze scientifiche che mostrino che sia un metodo superiore alla FUE tradizionale in cui le fasi di estrazione, incisione ed innesto si svolgono in maniera separata. Sono soprattutto le moderne tecniche di conservazione delle unità follicolari che garantiscono una sopravvivenza ottimale, riducendo il famoso gap tanto discusso con la DHI.
Un paziente che vuole sottoporsi ad una intervento con tecnica DHI dovrà assicurarsi che la clinica a cui si rivolge abbia una vasta esperienza nell’utilizzo di questa tecnica, dato che l’apparente facilità del metodo ha portato alla nascita di molte cliniche dalla dubbia capacità che promettendo ai propri pazienti un intervento con tecnica innovativa pregiudicano seriamente la situazione dell’area donante (eccesso di prelievi) e dell’area ricevente (angoli e direzioni sbagliati, ricrescita insoddisfacente)